L’illusione di avere ragione – Ragionamenti fallaci ed errori di giudizio

E’ risaputo che la razionalità è ciò che contraddistingue l’uomo dagli altri esseri senzienti. Con essa l’uomo esercita il discernimento, fissa correlazioni logiche e formula giudizi. Tutto ciò che appare logico è per noi giusto. Eppure non sempre il piano logico coincide con il piano oggettivo della realtà e questa discrepanza è generata da ragionamenti totalmente fallaci.

L’illusione cognitiva è la tendenza a confondere la verosimiglianza con la probabilità. La verosimiglianza è scaturita dalle nostre esperienze passate, dal nostro pensare a come possano andare le cose. La probabilità è legata alla matematica. Ti propongo un quesito. Sabrina e Samantha stanno giocando a testa e croce. I primi 4 lanci danno i seguenti risultati:

  • Sabrina – testa, croce, croce, testa
  • Samantha – croce, croce, croce, croce

Chi avrà più probabilità di ottenere testa al prossimo lancio? Molti risponderanno Samantha ragionando nel seguente modo: “Poiché ha ottenuto 4 volte croce consecutivamente, allora al prossimo lancio dovrà uscire per forza testa“. E’ una conclusione errata poiché la probabilità che esca testa è pari alla probabilità che esca croce, ossia 50% e per tale ragione entrambe avranno la stessa chance di ottenere testa al prossimo lancio. E’ la stessa conclusione fallace a cui giungono tantissimi giocatori d’azzardo ritenendo che alla Roulette la pallina dovrà necessariamente fermarsi sul rosso dopo due o più neri consecutivi. Per la cronaca, al casinò di Montecarlo la sera di Lunedì 18 Agosto 1913, ad una Roulette uscirono ben 26 neri consecutivi prima che la pallina tornasse a fermarsi su un numero rosso. Questo fatto, a causa del già citato ragionamento fallace, contribuì, solo per quella sera e per pochi giri di ruota, ad un incasso record di diversi milioni di franchi in favore del casinò.

Ti propongo un nuovo quesito. Dilaga in città un’influenza letale. Si stima che ucciderà 600 persone. Gli scienziati elaborano due vaccini. Con il 1° vaccino 200 persone si salveranno con certezza. Con il 2° vaccino c’è il 50% di probabilità che tutti si salvino o che non si salvi nessuno. Quale opzione scegli?

La maggior parte sceglie la 1° opzione perché c’è la sicurezza di salvarne 200. Esiste però un altro modo di presentare le alternative:

  • Vaccino 1 – 400 persone muoiono con certezza
  • Vaccino 2 – 50% muoiono tutti, 50% non muore nessuno

A questo punto molti optano per la 2° alternativa decidendo di azzardare quando vi è una perdita annunciata perché nessuno sacrificherebbe mai 400 persone. Ma quanti in seguito si accorgeranno che non vi è alcuna differenza fra i due modi di presentare le soluzioni? In entrambi i casi c’è l’opportunità di salvare 200 persone. Questo è vero da un punto di vista logico, matematico e scientifico. Ma da un punto di vista psicologico la situazione è nettamente differente. Il cambio di preferenza si è verificato perché le due opzioni sono state presentate con due prospettive differenti per mezzo dell’effetto framing, ossia la cornice che circonda i fatti condizionando il nostro modo di interpretare le cose. Se si presentano le cose in un contesto positivo o di vincita (200 si salveranno), tenderemo ad essere conservatori e a preferire la certezza. Quando però le cose vengono presentate in un contesto negativo o di perdita (400 moriranno), saremo più inclini al rischio perché saremo focalizzati sul timore della perdita annunciata. Il framing è un tema molto caro alla sociologia e alla comunicazione di massa perché un uso (s)corretto permette di influenzare efficacemente le decisioni politiche ed economiche di un Paese e per tale ragione non va sottovalutato.

E per concludere. Hai mai sentito parlare di pensiero magico? E’ la tendenza a stabilire correlazioni illusorie fra due cose creando un nesso fallace di causa ed effetto. Da ciò deriva la superstizione. “Se si rompe uno specchio avrai 7 anni di guai”. Quale sarebbe il nesso fra uno specchio e i guai? Ma poi perché proprio 7 anni?  E più in generale, questo fatto dimostra che l’uomo ha la tendenza di vedere legami anche laddove non v’è ne siano. Di fatto lo psicologo Loren J. Chapman associò profili psicologici di soggetti sani e malati a disegni fatti da bambini e chiese a degli studenti di psicologia di spiegare le motivazioni, sulla base del profilo, per cui l’individuo aveva realizzato quel disegno. Ovviamente nessuno sapeva che i disegni e i profili psicologici fossero stati abbinati casualmente. Eppure tanti studenti diedero spiegazioni anche molto elaborate e astruse per ognuno di essi. E qui arriva la parte più interessante. Quando furono informati sull’inesistenza di legami fra i disegni e i profili, gli studenti continuarono a mantenere le loro posizioni dichiarando di avere ragione. Questa è la prova che anche il più grande ragionamento logico potrebbe non essere valido al cospetto di una situazione molto più semplice ed elementare nella sua spiegazione (Rasoio di Ockham).

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